Nel 2023, saranno previste delle agevolazioni fiscali per la casa. Tra queste, il Superbonus sarà ancora una volta al centro dell’attenzione, avendo subito circa 20 modifiche normative dalla sua introduzione nel 2020. In particolare, l’importo dell’agevolazione e le scadenze per usufruirne potrebbero subire variazioni.

Tuttavia, i requisiti per ottenere la maxidetrazione rimarranno invariati: per il Superbonus finalizzato al risparmio energetico, sarà necessario fare l’isolamento termico dell’edificio e/o sostituire la caldaia con una ad alta efficienza che sia in grado di produrre sia calore che acqua calda e/o raffreddare l’edificio.

Uno o entrambi questi interventi potranno essere accompagnati da altre opere di efficientamento che godono anch’esse di agevolazioni (come l’ecobonus standard, pannelli solari, colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici) e il risultato finale dovrà essere un miglioramento di almeno due classi energetiche, che dovrà essere verificato attraverso la comparazione di un’attestazione di prestazione energetica rilasciata prima e dopo i lavori.

Per quanto riguarda invece il Superbonus finalizzato al consolidamento statico degli edifici (noto come sismabonus), che agevola tutti gli interventi di riduzione del rischio sismico effettuati in zone a rischio sismico 1, 2 o 3 (compresa la maggior parte dei comuni italiani), sarà sufficiente certificare il miglioramento della stabilità dell’edificio.

Queste le novità per i condomini

Passando alle novità per il Superbonus nei condomini, l’agevolazione resta al 110% fino alla fine del 2023, per poi scendere al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025 per coloro che:

  1. hanno presentato la Cilas (comunicazione di inizio lavori per il superbonus) entro il 25 novembre 2022 in seguito a una precedente delibera dell’assemblea;
  2. hanno presentato la Cilas tra il 25 novembre e il 31 dicembre 2022, purché la delibera assembleare sia stata presa entro il 18 novembre e il requisito cronologico risulti da un atto pubblico dell’amministratore o, per i condomini senza obbligo di amministratore (cioè quelli composti da 8 unità immobiliari o meno), da chi ha presieduto l’assemblea.

Chi fornirà attestazioni false rischia fino a due anni di carcere. I condomini che non soddisfano queste condizioni per le spese sostenute nel 2023 avranno diritto a un’agevolazione fiscale del 90% invece che del 110%.

Le novità relative alle villette

Per quanto riguarda le abitazioni unifamiliari, chi aveva presentato la Cilas e aveva già eseguito almeno il 30% dei lavori del Superbonus entro il 30 settembre 2022 potrà godere del 110% per le spese sostenute entro il 31 marzo 2023.

Per le spese effettuate successivamente, sarà possibile ottenere solo gli incentivi previsti dall’ecobonus standard (che vanno dal 50% al 65% in base all’intervento).

I proprietari di abitazioni unifamiliari che non hanno ancora avviato i lavori potranno ottenere il Superbonus, nella misura prevista per il 2023 (quindi il 90%), solo se soddisfano due requisiti:

  • l’immobile deve essere la loro prima casa e il reddito del richiedente non deve superare i 15.000 euro, rivalutati in base al cosiddetto quoziente familiare.
  • Per calcolare questo quoziente, si somma il reddito lordo dell’anno precedente alla richiesta di agevolazione di tutti i componenti del nucleo familiare: 15.000 euro per i single, 30.000 euro per coppie, 37.500 per le famiglie di tre persone, 52.500 per quelle di quattro o più componenti.

Cosa cambia sugli edifici plurifamiliari

Gli edifici plurifamiliari con da 2 a 4 appartamenti e proprietà unica rappresentano un caso a parte: per il Superbonus, vengono assimilati ai condomini e quindi avranno diritto al 110% per tutto il 2023, a condizione che la Cilas sia stata presentata entro il 25 novembre 2022, come già previsto dal decreto Aiuti 4.

Chi invece intende demolire per ricostruire e vuole ottenere il 110% ha tempo fino al 31 dicembre 2022 per presentare la richiesta del titolo abilitativo: per questa tipologia di intervento, infatti, non è sufficiente presentare una Cilas.

Cosa accade alla cessione del credito

In merito alla controversa questione della cessione del credito, due provvedimenti sono stati approvati durante la conversione del decreto Aiuti 4. Sarà possibile effettuare un ulteriore passaggio per i crediti: dopo la prima cessione (anche sotto forma di sconto in fattura), rimarrà obbligatorio effettuare ulteriori passaggi solo verso soggetti finanziari vigilati (banche, assicurazioni, società finanziarie).

Quando il quarto passaggio avviene a favore di una banca, questa potrà a sua volta cedere i crediti ai suoi clienti professionali e alle partite Iva. Lo scopo è quello di alleggerire i bilanci fiscali delle banche, permettendo loro di avere il margine fiscale necessario per accettare nuove cessioni.

Per le imprese che hanno effettuato lo sconto in fattura per il Superbonus e che non riescono a cedere i crediti, è prevista una garanzia da parte di Sace. Tuttavia, nonostante si preveda una maggiore circolazione dei crediti in questa fase, il costo delle operazioni rappresenta ancora un problema non risolvibile con le normative attuali: l’aumento dei tassi rende la cessione piuttosto onerosa per il contribuente.

Ad esempio, per il Superbonus al 110%, in media vengono riconosciuti 95 euro ogni 110 di credito, mentre la remunerazione per gli altri bonus è molto più bassa: ad esempio, sui lavori di ristrutturazione agevolati al 50% in 10 anni, si ottengono circa 35 euro ogni 100 di spesa.

Tutti gli altri bonus

Infine, per quanto riguarda gli altri bonus, si conferma che il bonus facciate terminerà il 31 dicembre 2022. L’ecobonus, il sismabonus standard, il bonus ristrutturazione e il bonus verde saranno confermati con le regole e le aliquote attuali fino al 2024. Inoltre, il bonus arredi scende da 10.000 a 8.000 euro (sebbene secondo la legge attuale dovrebbe scendere a 5.000 nel 2023).

Barriere architettoniche: il bonus

Il bonus per le barriere architettoniche (che prevede un incentivo del 75% in cinque anni su una spesa massima di 96.000 euro per unità immobiliare) è stato confermato fino al 2025. Per incentivare i lavori in condominio, è previsto che la delibera venga presa con le stesse regole del Superbonus: maggioranza dei partecipanti all’assemblea che rappresenti un terzo del valore millesimale dell’edificio.